Chi abita al mare sa che il litorale non è solo una spiaggia per fare il bagno durante l’estate, ma il cuore di un ecosistema delicato, che deve essere protetto. Anche se le direttive della politica possono avere un grande impatto sull’ambiente marino, anche le singole persone possono fare la loro parte.
Come comportarsi in spiaggia
Le regole da seguire sono davvero poche. È sufficiente non lasciare in giro sacchetti di plastica, bottiglie e rifiuti, che si dovrebbero buttare nei contenitori appositi. In mancanza di un sistema di raccolta di rifiuti, bisogna portarli via con sé. Le cicche delle sigarette ci mettono circa un anno a decomporsi nell’ambiente – senza filtro, dai 5 ai 12 anni col filtro -, e pensate che le bottigliette di plastica possono impiegare da 100 a 1000 anni. Ovvero, una volta inserite nell’ambiente, ci resteranno praticamente per sempre.
Quando portate acqua o bevande al mare, usate una riutilizzabile, magari con funzione di thermos, così potrete gustarvi una bibita fresca anche sotto il sole. “Sì” ai castelli di sabbia e “no” alla cattura e tortura dei piccoli animali che vivono sulle coste, come i granchi o i piccoli pesci che si avvicinano a riva. Insegnate invece ai bambini la meraviglia di osservare questi animali mentre si muovono liberi nel loro ambiente naturale.
Gite in barca
Se avete un piccolo motoscafo o un gommone, spegnete il motore ogni volta che ne avete la possibilità, e quando vi avvicinate a riva, proseguite a remi. Ciò è importante soprattutto quando vi accingete a visitare una caletta non raggiungibile via terra. Evitate di pulire la barca con prodotti dannosi per le acque. Sarebbe meglio inoltre sostituire la protezione a base di ossido di rame, che si usa per lo scafo a contatto con l’acqua, con alternative più green.
L’isola di plastica
Per avere un’idea dell’impatto dei rifiuti nei mari, è sufficiente guardare ad alcuni fenomeni che non sono solo preoccupanti, ma davvero spaventosi. Basti pensare che nell’Oceano Pacifico si è formata un’isola galleggiante composta quasi esclusivamente di rifiuti non biodegradabili delle dimensioni stimate di alcuni milioni di chilometri quadrati.
Sempre più meduse
Il numero delle meduse, negli ultimi anni, è cresciuto a dismisura, anche nelle acque del Mediterraneo. Ciò è causato dalla diminuzione dei grandi predatori, dovuto alla pesca intensiva e al riscaldamento climatico, che ha permesso la proliferazione di questi organismi anche in luoghi che in passato erano meno favorevoli.