Un pianeta sfruttato e povero di risorse non è certo un bel posto per vivere e prosperare, né per l’uomo, né per la flora e la fauna che lo popolano. L’impegno della politica si è dovuto troppo spesso piegare alle esigenze di un mercato che non fa sconti a nessuno, e dove la competitività ha il prezzo amaro, prima o poi, della sconfitta di tutti. Se i grandi della Terra, pur con tutta la loro potenza decisionale, esitano, le nazioni con un basso tasso di sviluppo sono ancora drammaticamente indietro. Ciò che si auspica, è che i tanti segnali che il pianeta ci sta mandando riescano a definire non solo le politiche, ma anche la maggior parte delle decisioni pratiche legate al mondo economico e produttivo.
Il movimento Fridays For Future
Simbolo del movimento è Greta Thunberg, che da anni è in prima linea per promuovere la consapevolezza verso una necessaria ecosostenibilità. Nati come iniziative di sciopero e protesta studentesca, i Fridays For Future hanno avuto un impatto mediatico davvero imponente, obbligando a una seria riflessione in campo delle politiche ambientaliste.
L’impegno dell’Europa
Entro il 2050, l’ambizioso progetto è quello di diventare il primo continente del mondo a impatto zero. È questa l’agenda del Green Deal, un progetto che sta lentamente prendendo forma attraverso una serie di linee guida destinate ai vari Paesi che fanno parte dell’Unione. Si parla principalmente di ridurre le emissioni che causano l’effetto serra, energia pulita e trasporti più in linea con uno sviluppo sostenibile.