Il ruolo delle zone umide nella conservazione della biodiversità italiana

Immaginate un paesaggio dove l’acqua danza con la terra, creando un intreccio di vita unico. Le zone umide italiane sono proprio questo: ecosistemi preziosi, rifugi per una straordinaria varietà di specie animali e vegetali, oggi sempre più minacciati. Un tempo considerate luoghi malsani e improduttivi, oggi sono riconosciute come fondamentali per la biodiversità e il benessere del nostro Paese.

L’essenza delle zone umide

Le zone umide sono aree in cui l’acqua è l’elemento chiave, il motore di un ecosistema complesso e delicato. Possono essere ambienti naturali, come paludi, stagni, lagune e foci di fiumi, oppure il risultato dell’intervento umano, come risaie, saline e vasche di colmata. La Convenzione di Ramsar, un trattato internazionale dedicato alla loro conservazione, le definisce in modo ampio, includendo “aree di palude, acquitrino, torbiera, oppure zone con specchi d’acqua, naturali o artificiali, permanenti o temporanei, con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata, comprese le zone marine costiere la cui profondità, con la bassa marea, non supera i sei metri”.

Un’esplosione di vita tra acqua e terra

La ricchezza delle zone umide risiede nella loro incredibile biodiversità. La varietà di ambienti, dai canneti alle praterie sommerse, crea un mosaico di habitat che ospita una moltitudine di specie. Come spiega l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV), velme, bassifondali, barene e canali offrono rifugio e nutrimento a piante e animali specializzati. La vegetazione, ad esempio, è perfettamente adattata a vivere in condizioni di elevata umidità: troviamo i fitti canneti di Phragmites communis, le distese di salicornia e limonium sulle barene, e le praterie sommerse di Zostera e Cymodocea nelle acque lagunari. La fauna è altrettanto variegata, con pesci come l’anguilla (Alosa fallax) e diverse specie di cefali (Mugil cephalus, Chelon ramada, Chelon aurata), e una straordinaria avifauna che include fenicotteri (Phoenicopterus roseus), aironi (Egretta garzetta, Bubulcus ibis), cavalieri d’Italia (Himantopus himantopus) e numerose specie migratrici che utilizzano questi ambienti come aree di sosta, svernamento e riproduzione.

Un patrimonio fragile: le minacce del passato e del presente

Nonostante il loro valore inestimabile, le zone umide sono tra gli ecosistemi più a rischio in Italia. Un tempo diffuse su gran parte del territorio nazionale, hanno subito una drastica riduzione a causa delle bonifiche, iniziate in epoca romana e proseguite intensamente fino al XX secolo. Intere aree paludose sono state trasformate in terreni agricoli o edificabili, come evidenzia l’articolo “Wasted Wetlands” (Il Bo Live UniPD). La Sardegna, ad esempio, ha visto la scomparsa di vaste zone umide costiere, con conseguenze drammatiche per la biodiversità locale. Uno studio di Legambiente, citato da la Repubblica, stima che l’Italia abbia perso oltre il 75% delle sue zone umide negli ultimi tre secoli. Oggi, queste preziose aree affrontano nuove sfide: i cambiamenti climatici, con l’aumento delle temperature, l’intensificarsi di siccità e l’innalzamento del livello del mare, rappresentano una seria minaccia. A questo si aggiunge il problema delle specie aliene, introdotte accidentalmente o volontariamente, che alterano gli equilibri ecologici e competono con le specie autoctone, come sottolinea il WWF Italia (WWF>).

La Convenzione di Ramsar e l’impegno italiano

La Convenzione di Ramsar, firmata nel 1971, rappresenta un punto di riferimento fondamentale per la protezione delle zone umide a livello internazionale. L’Italia ha aderito alla Convenzione nel 1976, riconoscendo l’importanza di questi ecosistemi e impegnandosi a tutelarli. Attualmente, sono 57 i siti Ramsar designati in Italia, distribuiti in diverse regioni. Tuttavia, come evidenzia la Regione Emilia-Romagna (Regione Emilia-Romagna), la gestione di queste aree non è sempre ottimale e richiede un impegno costante per garantire la loro conservazione a lungo termine. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) svolge un ruolo cruciale nel coordinare le azioni di tutela e nel promuovere la collaborazione tra enti pubblici, privati e associazioni.

Oltre i confini dei siti Ramsar: l’importanza di ogni zona umida

La protezione delle zone umide non può limitarsi ai siti Ramsar. Ogni zona umida, anche la più piccola e apparentemente insignificante, riveste un ruolo ecologico importante. La Regione Piemonte (Regione Piemonte) sottolinea il valore di questi ecosistemi per la biodiversità e la necessità di una tutela diffusa su tutto il territorio. Un esempio emblematico è rappresentato dal Pollo sultano (Porphyrio porphyrio), una specie strettamente legata alle zone umide il cui stato di conservazione, descritto in un documento del Ministero dell’Ambiente (MASE), riflette la salute di questi ambienti.

Il valore nascosto delle zone umide artificiali

Anche le zone umide create dall’uomo, come le risaie e le saline, possono contribuire in modo significativo alla conservazione della biodiversità, a condizione che siano gestite in modo sostenibile. Questi ambienti, se progettati e mantenuti con criteri ecologici, possono offrire habitat idonei a numerose specie di uccelli acquatici, anfibi e invertebrati, integrando la rete ecologica delle zone umide naturali. Federcaccia (FIDC) riporta come, in alcune aree, la gestione di zone umide da parte dei cacciatori abbia contribuito alla loro tutela.

I servizi ecosistemici: un tesoro per l’uomo e per l’ambiente

Le zone umide non sono solo scrigni di biodiversità, ma offrono anche una vasta gamma di servizi ecosistemici essenziali per il benessere umano. Questi ambienti svolgono un ruolo cruciale nella regolazione del ciclo idrologico, contribuendo alla ricarica delle falde acquifere e alla mitigazione delle piene. Agiscono come veri e propri filtri naturali, depurando le acque da inquinanti e sedimenti. Inoltre, le zone umide costiere proteggono le coste dall’erosione e dall’intrusione salina. Non va dimenticato il loro ruolo nella mitigazione dei cambiamenti climatici: le zone umide, in particolare le torbiere, sono in grado di assorbire e stoccare grandi quantità di anidride carbonica (CO2), contribuendo a ridurre l’effetto serra. Dal punto di vista economico, molte zone umide sono importanti per attività come la pesca, l’acquacoltura, l’agricoltura (si pensi alle risaie) e il turismo naturalistico, generando reddito e occupazione per le comunità locali.

Un futuro possibile: azioni concrete per la conservazione

La conservazione delle zone umide richiede un’azione coordinata e un impegno concreto a tutti i livelli. È fondamentale investire nel ripristino degli habitat degradati, promuovendo interventi di rinaturalizzazione e riqualificazione ambientale. La gestione sostenibile delle risorse idriche è un altro aspetto cruciale, così come il controllo delle specie aliene invasive. La sensibilizzazione dell’opinione pubblica è altrettanto importante: è necessario far conoscere il valore delle zone umide e coinvolgere i cittadini nella loro tutela. L’appello della Giornata Mondiale delle Zone Umide, “valorizzare, gestire, ripristinare, amare”, come ricordato dal sito dei Parchi del Lazio (Parchi Lazio), è un invito a passare all’azione. Worldrise (Worldrise) sottolinea l’importanza di diffondere la conoscenza di questo patrimonio unico. Ognuno di noi può contribuire alla protezione delle zone umide: informandosi, partecipando a iniziative di volontariato, sostenendo le organizzazioni ambientaliste e adottando scelte di consumo responsabili. Proteggere le zone umide, come evidenzia il FAI (FAI), significa garantire un futuro alla biodiversità, alla nostra salute e al benessere delle generazioni future.

Viaggi e natura dopo un intervento

Il ritorno alla normalità dopo il Covid implica il ritorno ad attività che avevamo iniziato a considerare fuori dall’ordinario, come i viaggi, o come gli interventi chirurgici elettivi (per cui programmati e non effettuati in regime di urgenza).

In tanti vogliono sapere come comportarsi nel momento della ripresa da un’operazione chirurgica che preveda una convalescenza: si può viaggiare? Si può passare del tempo a contatto con la natura incontaminata? Siamo qui per rispondere a queste domande!

Sì alla natura, no agli sforzi

I chirurghi in genere sconsigliano di viaggiare prima che siano trascorse sei settimane da qualsiasi intervento si sia subito; anche dopo quel lasso di tempo, è bene tornare a fare sforzi fisici con gradualità, d’altra parte, è risaputo come passare delle ore a contatto con la natura acceleri la convalescenza!

Per far quadrare il cerchio, un suggerimento diverso dal solito centro benessere è quello di prenotare presso uno dei rifugi di nuova generazione che stanno prendendo piede anche in Italia. In buona sostanza, si tratta di alberghi di alto livello con poche stanze e la possibilità di effettuare trattamenti relax: un caso evidente di… due piccioni con una fava.

La presenza in struttura di professionisti farà in modo di dare la giusta attenzione anche alla parte del corpo che deve guarire, come per esempio nel caso di chi abbia impiantato delle protesi anatomiche seno.

Il camping? Meglio il villaggio vacanze

Capiamo la voglia di scatenarsi in località dove sport e natura sono un tutt’uno, ma tra campeggio nei boschi e villaggio vacanze, se si è ancora convalescenti meglio preferire il secondo: questo vale non solo per le ragazze alle prese con le loro nuovissime protesi anatomiche al seno, ma anche per le operazioni al femore, ai legamenti, alle caviglie.

Come accennato, l’attività fisica di per sé non fa male, ma bisogna dosare le energie e in un ambiente remoto questo potrebbe non essere possibile. Per non parlare del rischio di piccole infezioni dove non c’è controllo della qualità dell’acqua e pulizia dell’ambiente.

Meglio prendersela con comoda allora, spendendo un po’ di più per un residence o un villaggio vacanze dove recuperare tono muscolare ed energie!

Vivere e rispettare il mare

Chi abita al mare sa che il litorale non è solo una spiaggia per fare il bagno durante l’estate, ma il cuore di un ecosistema delicato, che deve essere protetto. Anche se le direttive della politica possono avere un grande impatto sull’ambiente marino, anche le singole persone possono fare la loro parte.

Come comportarsi in spiaggia

Le regole da seguire sono davvero poche. È sufficiente non lasciare in giro sacchetti di plastica, bottiglie e rifiuti, che si dovrebbero buttare nei contenitori appositi. In mancanza di un sistema di raccolta di rifiuti, bisogna portarli via con sé. Le cicche delle sigarette ci mettono circa un anno a decomporsi nell’ambiente – senza filtro, dai 5 ai 12 anni col filtro -, e pensate che le bottigliette di plastica possono impiegare da 100 a 1000 anni. Ovvero, una volta inserite nell’ambiente, ci resteranno praticamente per sempre.

Quando portate acqua o bevande al mare, usate una riutilizzabile, magari con funzione di thermos, così potrete gustarvi una bibita fresca anche sotto il sole. “Sì” ai castelli di sabbia e “no” alla cattura e tortura dei piccoli animali che vivono sulle coste, come i granchi o i piccoli pesci che si avvicinano a riva. Insegnate invece ai bambini la meraviglia di osservare questi animali mentre si muovono liberi nel loro ambiente naturale.

Gite in barca

Se avete un piccolo motoscafo o un gommone, spegnete il motore ogni volta che ne avete la possibilità, e quando vi avvicinate a riva, proseguite a remi. Ciò è importante soprattutto quando vi accingete a visitare una caletta non raggiungibile via terra. Evitate di pulire la barca con prodotti dannosi per le acque. Sarebbe meglio inoltre sostituire la protezione a base di ossido di rame, che si usa per lo scafo a contatto con l’acqua, con alternative più green.

L’isola di plastica

Per avere un’idea dell’impatto dei rifiuti nei mari, è sufficiente guardare ad alcuni fenomeni che non sono solo preoccupanti, ma davvero spaventosi. Basti pensare che nell’Oceano Pacifico si è formata un’isola galleggiante composta quasi esclusivamente di rifiuti non biodegradabili delle dimensioni stimate di alcuni milioni di chilometri quadrati.

Sempre più meduse

Il numero delle meduse, negli ultimi anni, è cresciuto a dismisura, anche nelle acque del Mediterraneo. Ciò è causato dalla diminuzione dei grandi predatori, dovuto alla pesca intensiva e al riscaldamento climatico, che ha permesso la proliferazione di questi organismi anche in luoghi che in passato erano meno favorevoli.

I viaggi ecosostenibili

Se avete a cuore la conservazione del pianeta, avrete sicuramente sentito parlare di vacanze green. In anni recenti, questo concetto era ancora associato alla scelta di mete turistiche non sovraffollate, in modo da ridurre lo sfruttamento del territorio in aree molto battute. Ciò ha creato, in alcune zone, un effetto opposto a quello desiderato. Per esempio, la lontana Islanda era un tempo completamente fuori dalle rotte dei vacanzieri. Per i suoi paesaggi meravigliosi e per la sua crescente popolarità, è stata “scoperta” da un numero sempre maggiore di persone. Il turismo di massa non solo è parzialmente inviso ai locali, ma a quanto pare sta già iniziando a farsi sentire a livello ambientale.

La scelta della destinazione

E allora? Dove bisogna recarsi per non avere un impatto negativo sul nostro pianeta? La risposta non risiede tanto nella destinazione, quanto nell’impegno dell’industria turistica. Ormai ci sono molte strutture ricettive che hanno messo in atto una policy di riciclo e pochissimo spreco. Dagli hotel alimentati solo a energia solare o eolica, a quelli costruiti con materiali sostenibili, fino a coloro che hanno deciso di inserire nel menù solo cibi a km zero o comunque il cui utilizzo non pregiudica l’ecosistema, anzi in alcuni casi, lo aiuta.

È questo il caso delle Bahamas, dove un famoso resort propone diversi piatti a base del cosiddetto “pesce leone”, un specie invasiva, che quindi può essere pescata anche in grandi quantità senza compromette l’equilibrio marino. Nelle Galapagos, invece, tutte le strutture si stanno impegnando attivamente nel tentare di frenare il disboscamento. Per quanto riguarda l’approvvigionamento d’acqua, le ingenti necessità turistiche vengono soddisfatte con un efficiente sistema di riciclo dell’acqua piovana.

Chi è in cerca di soggiorno ecosostenibile, può anche rimanere in Italia! Sul Lago di Garda, che ha avuto un vero e proprio boom di presenze, confermandosi come una delle località maggiormente scelte anche da un turismo di alto livello, sono tanti gli hotel che hanno abbracciato la sostenibilità, soprattutto in senso energetico, nella riduzione delle emissioni nocive e della salvaguardia delle piante e della fauna del luogo. Poco più su, in Svizzera, è ormai normale che gli alberghi siano dotati di stazioni di ricarica delle auto elettriche, il cui utilizzo viene promosso anche nelle zone urbane.

Rispettare l’ambiente anche in città

Un approccio consapevole verso il mondo che ci circonda non deve solo riguardare le scelte e i comportamenti quando ci si trova immersi nella natura, ma anche quando si visita una nuova città. Continuare a riciclare adottando le norme richieste dal comune, rispettare i monumenti e le aree ricreative cittadine, usare la bici per spostarsi nei centri storici anziché provare a guidare l’auto per i vicoli: questi sono tutti atteggiamenti che favoriscono un minore impatto sulla zona che si desidera visitare.

A passeggio tra i boschi: l’esperienza dei bambini

Una passeggiata in un bosco può essere uno splendido modo per far avvicinare i bambini alla natura. Vediamo insieme come organizzare una giornata divertente e formativa.

L’equipaggiamento necessario

Anche durante l’estate, preferite i pantaloni lunghi e vestitevi a strati, portando anche una leggera giacca da pioggia o una felpa. Preparate gli zaini con acqua, panini, un coltellino svizzero, borracce termiche, cappello, una corda, un telo non ingombrante da stendere a terra e l’indispensabile spray contro gli insetti. Inoltre, portate una torcia e controllate che la batteria del cellulare sia carica.

I periodi migliori

In qualsiasi stagione, recatevi nel bosco in mattinata, evitando il pomeriggio. Soprattutto se siete in montagna, il sole potrebbe calare prima del previsto, a seconda del versante dove camminate. Alcuni siti specializzati in trekking, consigliano il periodo autunnale, quando è possibile ammirare i colori delle foglie che cambiano, denominato “foliage”. In ogni caso, evitate accuratamente i giorni successivi alla pioggia intensa (a meno che non andiate a caccia di funghi!) e le giornate ventose.

Attività da svolgere con i bambini

Spiegate ai bambini che se camminano senza fare troppo rumore, avranno la possibilità di scorgere qualche scoiattolo o diverse specie di uccelli. Prima di partire, informatevi sugli animali che popolano il bosco da voi scelto. Cercate di stimolarli ad “ascoltare” il bosco, a scoprire i diversi rumori della natura e le diverse specie di piante. Raccogliete qualche foglia, pigne e bastoncini che useranno poi per decorare un oggetto in casa, oppure per ricreare un piccolo angolo di bosco nella loro stanza. Alcuni di questi oggetti, con un po’ di fantasia, possono diventare delle splendide decorazioni natalizie. Acquistate una bussola, e insegnate loro a orientarsi con l’aiuto di una mappa.

Ecologia e cibo

Ingredienti a km 0 e alimenti biologici: è davvero tutto ciò che si può fare per aiutare l’ambiente e non consumare inevitabilmente le risorse limitate della Terra? I principi ecologici legati alla produzione e consumo del cibo dovrebbero essere applicati non solo per quanto riguarda l’alimento in sé ma anche, ad esempio, per le scelte relative al packaging (talvolta in aperto contrasto con finalità ecosostenibili) e alla catena di distribuzione. In molti casi, poi, c’è anche il limite dei prezzi al consumo, che per gli alimenti di queste filiere, possono essere piuttosto alti.

Non sprecare

Detto così, può sembrare l’enunciazione di un comandamento e, in un certo senso, lo è. Ogni scelta comporta una conseguenza per noi stessi, così come per il pianeta. A parte la scelta dei prodotti certificati biologici, bisogna mettere in campo anche un comportamento volto a utilizzare tutti i cibi che vengono acquistati, evitando che scadano o che finiscano nella spazzatura.

In questo, può essere d’aiuto la “filosofia” contadina, che portava a usare tutti gli alimenti prodotti, che venivano cucinati e preparati a seconda delle loro caratteristiche. Per capire come fare la spesa in modo sostenibile, si può consultare il sito della Coldiretti, sempre aggiornato con le iniziative delle diverse federazioni presenti su tutto il territorio italiano.

Sport a contatto con la natura

Fare sport immersi nella natura apporta tantissimi benefici, sia all’umore che al fisico. Non importa quale sia l’attività scelta, che può spaziare dal trekking all’orienteering, dal kayak al birdwatching e alla mountain bike: gli effetti positivi saranno subito evidenti. Anche se un po’ di jogging nel parco cittadino e una sessione di palestra sono ottimi modi per rimettersi in forma, l’ambiente naturale può regalare un’esperienza molto più totalizzante.

Effetti sulla mente

Fuori dal caos della città, passeggiando per un sentiero di montagna, anche le preoccupazioni di lavoro saranno più lontane. La mente prende subito le distanze da ansia e stress, con un effetto positivo sulla muscolatura e, soprattutto, sull’umore. Sarete catturati da tutto ciò che di unico e irripetibile accade intorno a voi, e ne uscirete con maggiori capacità di considerare i problemi vedendoli da un’altra prospettiva.

Effetti sul corpo

Maggiore ossigenazione dei polmoni e un rafforzamento del sistema immunitario: questi sono solo due dei tanti benefici che si provano a praticare uno sport immersi nel verde. Il nostro corpo può così ritrovare una relazione con l’ambiente circostante che viene troppo spesso alienata dalla vita in città, per un’esperienza sensoriale coinvolgente e rivitalizzante.